una vecchia idea
2025-07-12patrimonializzare le attività, un obbligo per l’innovazione e l’esercizio di virtù sociali
Tratta di un argomento che ci interessa come operatori e cittadini ma di cui non sappiamo gran che. Né ci aiutano i tanti scritti sull’argomento, tutti più o meno complici in conflitti di interesse.
Riportiamo, seppure con una traduzione frettolosa, quando afferma, in merito alle ENERGIE ed al confronto economico per le industrie, per i cittadini e per gli Stati.
Quanto da lui affermato ha creato meraviglia e stupore a noi, non addetti. Quanto scrive è relativo particolarmente alla Francia, ma riguarda l’UE e quindi anche noi.
La fine delle rinnovabili: un bottino nascosto.
Durante degli anni, le politiche e i media, hanno voluto rimpiazzare l’orribile nucleare con il meraviglioso rinnovabile. “Il vento non invia fatture” affermavano [persino] i manuali scolastici. Per fare piacere a Hulot, Sarkozy lo ha iniziato, Hollande lo ha deciso, Macron l’ha fatto. Nel frattempo la costosa assurdità di questa sostituzione è apparsa. L’hanno rimpiazzata con una politica di addizione: fare lo stesso o ancora meglio dell’elettricità nucleare, e nello stesso tempo, molto più di elettricità rinnovabile. EDF ha cento volte ripetuto che queste due filiere sono COMPLEMENTARI. Non è assolutamente vero, questa nuova politica è così assurda, ed ancora più costosa della precedente.
Cominciamo per stringere il collo ha due argomenti bidone:
1) Non si debbono mettere tutte le uova nello stesso paniere;
2) Le rinnovabili sono indispensabili per lottare contro il CO2.
Il primo può essere valido per il trasporto delle uova, o per gli investimenti in Borsa, ma non vale niente per le tecnologie. In materia di trasporto marittimo, per esempio, il battello a motore ha totalmente rimpiazzato il battello a vela (regate veliche escluse). In materie di luce, l’elettricità ha completamente eliminato la candela (salvo le cenette d’amore e le cerimonie religiose).
Il secondo argomento è chiaramente una menzogna. L’elettricità nucleare e idraulica sono ancora meno carbonizzate dell’elettricità delle rinnovabili.
La Francia non ha assolutamente bisogno di elettricità rinnovabile (eolica o fotovoltaica) come lo mostra la tabella 1.
Tabella 1 – Potenza, produzione e consumo di elettricità – Francia 2024
Consumi | Capacità (GW) | Produzione effettiva (TWh) | Produzione teorica (TWh) |
Consumo annuo | – | 450 | 450 |
Domanda di picco | 86 | – | – |
Produzione |
|
|
|
Filiera classica | 105 | 454 | 505 |
Filiera rinnovabili | 41 | 70 | 64 |
Totale produzione | 156 | 524 | 569 |
Fonte: Dati ufficiali RTE (rete di trasporto elettricità)
Filiera classica: nucleare, idraulica, gas
Filiera rinnovabili: eolica, fotovoltaica
La capacità di produzione o, se lo si preferisce, lo stock di capitale nucleare e idraulico (e del gas) in funzione da almeno 20 anni è stato, nel 2024, perfettamente sufficiente per rispondere al consumo della Francia, in termini di domanda annuale come di domanda di picco. La domanda (il consumo) è stato di 450 TWh, e la produzione effettiva è stata di 454 TWh e la produzione teorica, quella che avrebbe prevalso se il fattore di cambio delle centrali classiche fosse stato “normale”, vale a dire simile a ciò che si osserva in media nelle centrali europee, e che è la nozione più pertinente – di 505 TWh.
Rispondere alla domanda, non è solo rispondere al consumo totale dell’anno (misurato in TWh): è anche rispondere alla domanda di potenza a ciascuna ora dell’anno (misurata in GW), ed in particolare al picco delle sere d’inverno. Nel 2024, il picco è stato di 86 GW, cioè molto inferiore alla capacità delle filiere classiche di 105GW.
Il 2024 è stato un anno eccezionale? Niente affatto. Al contrario i dati sono rappresentativi del periodo 2008-2024. Durante ciascuno di questi sedici anni, il consumo, che è stato fluttuante, con una tendenza all’abbassamento, è sempre stato inferiore alla produzione teorica delle centrali classiche (550 TWh). Fuori dalle rinnovabili, la Francia produceva strutturalmente di più di elettricità di quanto ne consumasse – ciò che di è tradotto in importanti esportazioni. Non va meglio per i picchi annuali, che hanno avuto, allo stesso modo, una tendenza alla diminuzione. Nel corso del periodo 2014 – 2024 (RTE fornisce i dati solo per questi anni), sono sempre stati inferiori a 100 GW, e non hanno superato i 90GW che durante due anni (2016 e 2018), e questo si situa ben al di sotto dei 105 GW della capacità teorica delle sole filiere classiche.
Un errore costoso
Le centrali idrauliche e nucleari erano dunque in marcia, disponibili, capaci di rispondere ai bisogni del paese e fornire una elettricità a buon mercato, decarbonizzata, gestibile e domestica. La buona politica consisteva a ben gestire la manutenzione delle centrali. Le rinnovabili erano superflue, ed effettivamente non sono servite a niente.
Ma questo niente, è stato, e resta, molto costoso. Ha portato a dei costi diretti ed indiretti. I soli costi d’investimento delle installazioni eoliche e fotovoltaiche sono costati 60 miliardi di euro. La considerazione dei costi di funzionamento e dell’inflazione porta senza alcun dubbio questa cifra ad almeno 80 miliardi di euro. I costi indiretti sono almeno della stessa portata. Ne evochiamo due, tra molti altri). Il primo è causato dalla moltiplicazione del numero dei siti di produzione di elettricità rinnovabile, che ha reso necessario l’estensione delle rete elettrica, ad un costo di più di 1 miliardo per anno, ed in rapido aumento.
Il secondo è la conseguenza dell’obbligo fatta al circuito di acquistare prioritariamente tutta la produzione di elettricità rinnovabile. Quando la domanda non lo richiede, ed è generalmente il caso, che fare di questa elettricità? Come farla fuori? Ci sono cinque possibilità: iniettare, stoccare, esportare, frenare, o spegnere.
Iniettare: Si può ignorare il problema e iniettare la detta elettricità nel circuito: è un metodo per disequilibrare, e causare dei guasti devastanti.
Stoccare: Si può stoccare questa elettricità inutile nelle batterie, oppure per far rimontare l’acqua nelle dighe ad hoc (degli STEP) alfine di utilizzare più tardi per fabbricare dell’elettricità utile; queste soluzioni sono molto costose, limitate e poco efficaci.
Esportare: Si può tentare di esportare che elettricità superflua, se si trovano dei clienti. Nel 2024, la Francia ha esportato 100 TWh di elettricità. Molti hanno fatto festa. Ma fanno finta di non conoscere che il prezzo medio di queste esportazioni è stato di 60€/MWh, vale a dire due o tre volte meno del prezzo di acquisto dell’elettricità rinnovabile. Noi esportiamo a 60 € ciò che produciamo a 150 €: buon metodo per rovinarsi.
Frenare: Si può diminuire autoritariamente la produzione delle centrali nucleari per fare posto all’elettricità rinnovabile. E’ quello che è stato fatto in Francia. Questo procedimento porta ad una diminuzione del fattore di carico delle nostre centrali (70% contro 80% in media in Europa). Non diminuisce praticamente il costo totale della produzione, che è essenzialmente un costo di capitale, ma aumenta il costo unitario dell’elettricità prodotta: altro metodo per perdere dei soldi.
Spegnare: Si può infine domandare alle eoliche di girare senza produrre elettricità, sempre pagando loro i kWh che non producono (per non ridurne il loro sacrosanto rendimento!). Questa pratica viene praticata in Inghilterra ed in Germania, ma, almeno per il momento, non in Francia. Siamo al massimo dell’assurdo: la potenza pubblica sovvenziona i fornitori per costruire delle eoliche, poi paga gli stessi fornitori per non utilizzarle. Paga due volte, per del vento: perdonate il gioco di parole.
Tutti questi costi diretti ed indiretti causati dalle rinnovabili comportano necessariamente un aumento del prezzo dell’elettricità pagato dalle famiglie e dalle imprese, o dalle sovvenzioni pubbliche (anche queste finanziate, attraverso le imposte, dalle famiglie e dalle imprese). Le rinnovabili sono anche la principale causa dell’aumento del prezzo dell’elettricità in Francia. Prima del 2008, vale a dire prima delle rinnovabili, il prezzo (ad euro costante) dell’elettricità diminuiva in Francia. Dopo il 2008, vale a dire con le rinnovabili, i prezzi sono raddoppiati. Per vedere una COMPLEMENTARIETA’ in questo fracasso, ci vuole molta immaginazione.
Ma i nostri governanti, di immaginazione, non mancano. Partendo dal principio che non si cambia una politica che ha fatto fiasco, ordinano, per gli anni a venire, non solo un arresto ma, al contrario, un moltiplicatore per tre delle rinnovabili – dunque dei loro sovra costi, più o meno ufficialmente stimati in 300 miliardi di euro. Hulot è andato in pensione, ma le sue preferenze continuano ad ispirare i nostri pianificatori.
Per giustificare la loro ideologia, mettono davanti che la domanda di elettricità di Francia, che declina regolarmente da 20 anni, avrà un aumento del 60%. Concedono che la domanda “ordinaria” sarà stagnante intorno a 500 TWh per anno.
Ma due domande: le domande “straordinaria” volute dai nostri visionari al potere, e sponsorizzata dai contribuenti francesi, prendono del tempo: i veicoli elettrici, per 150 TWh, e l’idrogeno, per altri 150 TWh. Il fatto che i francesi non hanno voglia di spendere per la loro auto, e che l’idrogeno moltiplica per quattro o cinque il costo dell’energia sono delle considerazioni subalterne, messe in avanti da piccoli contabili incapaci di comprendere la ufficiale “complementarietà” tra nucleare e rinnovabili.
La Francia ha bisogno di 50 miliardi di euro per anno supplementari per riarmarsi. Cerca disperatamente dove trovare questi 50 miliardi per anno, e questa cifra è quanto ha deciso di spendere per moltiplicare per tre le nostre rinnovabili del tutto inutili.
Ecco la cagnotte, ecco il bottino.
E’ un argomento per me difficile, di cui non sono a conoscenza. Ma riportare ciò che ritiene un Tecnico, mi sembra un bel modo per dire: vogliamo andare a fondo? Il costo dell’energia è una voce che rischia di compromettere la vita di alcune attività energivore.
ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure
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