Le Virtù delle risorse del Marchio

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Virtù e Risorsa

Mi vuoi spiegare meglio la tua negativa considerazione per le risorse che operano in un marchio?

Non ho alcuna considerazione negativa, a priori, per le risorse. Ma solo per le risorse che, lavorando per un marchio, non lo amano, non hanno amore, nel senso di prendersi cura, del marchio per il quale operano.

Fammi un esempio che anch’io possa condividere.

Prendiamo il Caso Brescia.

Ma è un fabbricante di alimenti!

E allora? F, è un marchio. Che è stato costruito a fatica, con il tempo, mettendoci energie e rischi. Ho avuto la possibilità di valutare i loro alimenti: per bovini e per suini. La qualità era eccellente. E guarda che di alimenti ne ho visti parecchi. Non ho visto il loro impianto, o i loro impianti, ma ho conosciuto il responsabile di produzione, che aveva le virtù della prudenza, della tolleranza, delle fede. E non si è meravigliato dei dati relativi alla forma granulometrica, alle gobbe dei suoi alimenti: due per quello dei bovini e tre per quello dei suini, e ha condiviso il concetto di colmo, le granulometria dentro alle quali l’alimento ha la maggiore quantità e da dove viene la propria stabilità: normalmente tra i 200 e gli 800 micron. Poi siamo andati avanti nella conoscenza, siamo scesi alle macrofrazioni ed abbiamo constatato la presenza altissima di particelle di minerali, ma potevano anche essere altri microingredienti, ci fosse, nella macrofrazione < 180 µg, mentre pochissime particelle di alimento vi fossero nella macrofrazione. Andando in avanti abbiamo constatato che questo fatto era determinato dalle premiscele che usavano.

Possiamo notarlo insieme. Vedi la granulometria dei 100 grammi di alimento e vedi la granulometria delle due premiscele utilizzate per 2,22 grammi. Le premiscele per il 50% sono composte dal supporto, quindi 1,11 grammi vanno a rovinare i 100 grammi di alimento: non lo valorizzano, anzi portano un disvalore.

Lo stesso lo possiamo verificare nell’alimento per suini. Se l’alimento per bovini era eccellente, quello per suini lo è ancora di più.

Anche in questo caso gli 0,35 grammi di premiscela non apportano valore ai 100 grammi di alimento. Anzi apportano un disvalore.

Il Responsabile di Produzione era d’accordo che la premiscela sporcava il suo alimento.

Il Responsabile di Produzione era d’accordo che la premiscela sporcava il suo alimento.

Oltre al Responsabile di Produzione vi erano le due risorse Tecniche, una per i bovini ed una per i suini. Era evidente che la soluzione fosse quella di non permettere l’entrata delle premiscele che non avessero le caratteristiche dell’alimento: niente particelle di premiscela < 200 µg. Con quale tecnologia? Non ha importanza la tecnologia. Importante era la specifica: assenza di particelle sotto i 200 microgrammi. E questo era possibile. Bastava richiedere ai propri fornitori di premiscele di rispettare questa specifica. Se poi si voleva approfondire la conoscenza e convalidare il tutto con delle prove di campo, eravamo disponibili.

La risorsa Tecnica che fece? Assolutamente niente.

Che dire? Mancanza di prudenza, di tolleranza, di fortezza? Sicuramente si. Ma soprattutto mancanza di Amore (avere cura) di se stesso, del proprio ruolo e del proprio marchio.

Ma ancora di più, e qui che mi infervoro, mancanza di amore per il proprio settore, che è anche il mio.

Come vedi quando si effettua la transizione da familiare, anche F lo fu un tempo, in industriale, l’innovazione è obbligatoria. E l’innovazione richiede risorse virtuose.

Quando trovi delle risorse pavide, arroganti, contrarie al cambiamento, è il momento della rabbia.

Della delusione? No, della rabbia.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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