marchi IGP et similia

marchi IGP et similia

Nessun commento su marchi IGP et similia

Sempre sul terrazzo di Melide ed ancora sulle virtù. Ma allora hai un chiodo fisso. Non ho un chiodo fisso. La transizione da azienda familiare ad industria in atto nella zootecnia e nell’agroalimentare, non è solo un fatto nazionale o europeo, è un fatto del progresso borghese positivo. Diventare una industria significa cercare consolidamento. Si suicidano gli agricoltori e gli allevatori (233% in più nei confronti di alcune categorie), ma si suicidano anche le attività industriali.

Il suicidio dello zootecnico è un fatto diretto e personale: si attacca ad una trave, ad esempio.

Il suicidio di una attività industriale avviene per l’opera subdola di risorse parassite, macinatrici di acqua, bastian contrari silenziosi, miopi o del tutto ciechi.

Ma a cosa ti riferisci? 

In particolare mi riferisco ai marchi, sia industriali o comunque legati ad un territorio. Il marchio è qualcosa di spirituale e necessita di risorse virtuose, se poi è una industria, è una necessità vitale. Abbiamo letto con enorme piacere che la Cina e la Turchia sono impegnate per farsi riconoscere dei marchi Dop, IGT, o similia, internazionalmente. Dietro al marchio (industriale o comunque legato ad un territorio) sta un disciplinare comportamentale ed un enorme valore alle attività relative all’applicazione (il prodotto, ottenuto nei minimi dettagli), scritto o tramandato. Le risorse che operano nell’ambito dei marchi debbono essere degli Apostoli delle Fede del valore del marchio. Se non lo sono, resta un blablabla ridicolo o di breve durata, di ineffabile lievità di peso, del tutto inutile: diventa politica e non attività borghese virtuosa.

E sto parlando perché i marchi nazionali italiani debbono fare e rifare il ripercorso dei valori, ritrovare i punti determinanti del loro valore, dei loro Comandamenti.

E’ ammissibile che un marchio che vuole valorizzarsi e rendersi il più naturale possibile, permetta la non gestione delle emissioni a tutela dei manipolatori , dell’ambiente e del territorio?

Eppure ti ritrovi con delle risorse operative che ti dicono: No guardi, di questo argomento è meglio non parlare. La sicurezza non ci riguarda direttamente. Meglio non sollevare la questione. Gesù li avrebbe bastonati, cacciati via, io non sono Gesù, ma scuoto la testa bianca e stanca. Ecco una opportunità che non merita delle risorse così poco virtuose.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

Related Posts

Leave a comment

Back to Top